I profumi al fico sono tra i più amati ed indossati nelle stagioni calde dell’anno. Questo perché quella del fico è un’essenza che unisce gli odori verdi e legnosi della foglia di fico alla dolcezza del suo succoso frutto. E’ un profumo che suona d'estate come una ventata di note fresche. Un tuffo nel mediterraneo che, a seconda della fragranza, esalta una sfaccettatura piuttosto che un’altra.
 
Personalmente li ho sempre apprezzati, al punto che, qualche anno fa, ne ho scelto uno da indossare il giorno del mio venticinquesimo compleanno. A colpirmi fu la diversità che questi profumi mostrano e dimostrano a seconda di quale parte della pianta viene riprodotta. Dal verde delle foglie, al dolce del frutto fino al legnoso dell’albero. Passando da profumi fruttati ad altri verdi e legnosi. Insomma veramente per tutti i gusti e le esigenze olfattive.
 
Ho preparato quindi una selection, che in realtà è un vero e proprio percorso profumato, che dalla leggerezza (in termini di note e non di performance) delle versioni più fruttate e dolcine arriva alla serietà delle fragranze verdi e legnose.
 
 
IDEA NUMERO #1
Sine Die – Laurent Mazzone

 
Sine Die è l’idea di profumo al fico fruttato per eccellenza. A prevalere, in maniera netta e chiara, è la parte frutta del fico, la polpa rossa dolce al palato quanto all’olfatto. L’accompagnamento di pompelmo sulla testa aiuta a renderlo ancora più frizzante, quasi pungente, al naso il che lo rende quasi gioco sulla testa. Le note di cuore e di fondo, cuoiate e legnose, danno invece spessore alla fragranza, che resta profonda sulla pelle e lo fa anche per tanto tempo. Infatti le performance sono ottime, sia in termini di sillage che di persistenza. E’ un profumo perfetto su una donna o anche su un ragazzo giovane in t-shirt, jeans ed occhiali da sole.
 
 
IDEA NUMERO #2
Fig Extasy – Mancera

 
Il fico firmato da Pierre Montale nel 2021, vuole catturare l’intera essenza dell’albero di fico, ponendosi come profumo ponte tra i fico fruttati e quelli verde/legnosi. Al naso il sentore della polpa tenera e lattiginosa, viene subito smorzato da note di incenso e pepe che ci immergono in un ricordo provenzale dove la luce del giorno è infinita. Nel fondo la fava tonka unita ai baccelli di vaniglia e legni rende la fragranza più scura ed a tratti polverosa e leggermente talcata. Potrebbe essere l’ideale per tutti coloro che vorrebbero indossare un fico, ma proprio non riescono a sopportare la parte fruttata.
 
 
IDEA NUMERO #3
Philosykos – Diptyque

 
Un grande classico della profumeria di nicchia, da uno dei brand iconici di questo mondo a cui dobbiamo dire GRAZIE se oggi si parla di profumi artistici. Infatti Diptyque fa parte di quei brand pionieri che hanno concentrato sforzi ed investimenti nella ricerca delle materie prime e nella composizione delle fragranze, più che sul marketing, il packaging o le ricerche di mercato. Philosykos è un fico verde, in cui ad emergere è proprio il sentore della grande foglia dell’albero. E’ anche un profumo a cui sono legato dal punto di vista personale, in quanto è il secondo profumo di nicchia che ho acquistato, quando mi sono avvicinato a questo mondo. Ricordo distintamente il perché lo scelsi, stranamente in pieno inverno. La memoria olfattiva che mi richiamava era emozionante. Chi mi conosce sa che amo andare in moto, e per noi motociclisti campani meta fissa d’estate è ovviamente la costiera amalfitana. So che non si dovrebbe ma spesso, lungo le curve dell’agerolina (Strada Statale 366), nel caldo tendo ad alzare la visiera del casco per far entrare un po' d’aria nell’integrale e con essa gli odori della macchia mediterranea. Il sentore verde della vegetazione perimetrale alla statale, mista ad odori dolci di fico ed altri frutti, è estremamente simile a quanto riprodotto dal capolavoro di Diptyque. Chi può ci provi: lo indossi per una settimana e poi faccia un giro in costiera in moto o comunque in auto con i cristalli spalancati, poi mi faccia sapere se non avevo ragione.
 
 
IDEA NUMERO #4
L’Arbre de la connaissance – Jovoy

Chiudiamo con il più verde del lotto: qui il fico è solo un’idea, in lontananza, circondato da alberi e vegetazione. Lo immagino come una passeggiata di mattina in primavera inoltrata, in un boschetto. Un’esperienza che coinvolge i sensi a 360 gradi. Dal chiaroscuro visivo dei primi timidi raggi solare che cercano di trapelare tra i fitti rami degli alberi, lo scricchiolio dei rametti spezzati dai nostri passi, fino all’ensemble di odori che travolgono il nostro naso: erba bagnata dalla rugiada ancora presente sulla vegetazione, sentori di sandalo ed un accenno di fico, sempre presente, ma mai predominante. Come se l’albero di fico fosse distante, quasi confuso con l’orizzonte, ma ancora visibile e discernibile.  

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