Campionicni in Omaggio per ordini di Profumi full size

Campionicni in Omaggio per ordini di Profumi full size

Rivenditore Ufficiale

Rivenditore Ufficiale

Il tuo carrello

Il profumo di una storia indelebile - Sulle tracce di Leon Battista Alberti

Continuiamo il nostro percorso storico sui personaggi che hanno popolato il castello di Gradara all’epoca del famigerato condottiero Sigismondo “Padolfo” Malatesta, discendente di quel Gianciotto che si rese protagonista dell’omicidio della moglie Francesca e dal fratello Paolo, amanti segreti ed infedele.  
 
E’ il turno di Leon Battista Alberti scultore, architetto, musicologo ed umanista rinascimentale. Nel 1450 l'Alberti venne chiamato a Rimini da Sigismondo Pandolfo Malatesta per trasformare la chiesa di San Francesco in un tempio, in seguito rinominato “Malatestiano”, in onore e gloria sua e della sua famiglia. Entrando a far parte a pieno titolo degli intrighi di corte intessuti dal signore che ha reso storico il castello ed ha, per questo, ispirato la collezione dedicata alle “anime del castello” del brand  V Canto.


 
Il colto umanista progettò l’edificio andando a coprire le mura gotiche pre esistenti. Prediligendo elementi ripresi dalla classicità, con archi a tutto sesto che poggiano su possenti pilastri di tipo romano, che richiamano quelli interni del Colosseo. La rinnovata facciata mostra punti di contatto con un’altra opera romana: l’arco Augusto di Rimini. Un riferimento che l’Alberti creò come parallelismo tra il celebre condottiero Romano e Sigismondo Malatesta, a coronamento dello smisurato ego e della brama di grandezza del signore.
 
La fragranza “Leon” a lui ispirata, riprende tratti peculiari della personalità dell’Alberti, mixandoli con le idee artistiche ed architettoniche espresse nei suoi lavori, in particolare quelli che ritroviamo nella costruzione del tempio Malatestiano. Si tratta infatti di una fragranza che si rifà ad i canoni classici della profumeria Italiana, dove il fascino dei fiori si mescola alla frizzantezza degli agrumi. Ovviamente, così come in tutte le composizioni dei Terenzi, è ricca di materie prime ricercate in ogni parte del mondo. Tuberosa messicana, rosa bulgara ed agrumi, ovviamente, da sud Italia e precisamente: mandarino calabrese e pompelmo siciliano. Insieme ad Ylang-Ylang e cocco, poggiati su fondamenta solide, come quelle degli edifici che costruiva, di legni preziosi. Importante nella fragranza sono le note di Pompelmo sulla testa e di betulla nel fondo, condivise con un’altra la fragranza della collezione: Adux, ispirata ad Agostino di Duccio. A ricordare come nella realizzazione degli interni del tempio ci sia la firma proprio dello scultore Fiorentino.

 
E’ un’interpretazione fresca della tuberosa, con accenni dolci e talcati.

Articolo precedente
Il profumo di una storia indelebile - Sulle tracce di Leon Battista Alberti
x